Dimensione Inchiostro è uno spazio sul
quale persone che amano la scrittura possono confrontarsi. Questa settimana,
infatti, ho avuto la possibilità di conoscere una giovanissima giornalista
romana, Miriam Spizzichino, che mi ha profondamente colpito per il suo amore
per la scrittura e per la sua grinta. A soli 19 anni Miriam ha già collaborato
per vari blog, come “Tribuna Italia” e “WildItaly”. Adesso scrive per
“Shalom”, mensile d’informazione sulla cultura ebraica e gestisce un blog che
si intitola “Pensieri senza Confini” (pensierisenzaconfini.wordpress.com) e il
suo “Blog d’Autore” su fanpage.it.
Con grande gentilezza ha risposto ad alcune
domande che le ho rivolto sulla sua attività giornalistica. Vi propongo, così,
un’intervista sul mondo del giornalismo visto da una giovanissima e talentuosa
giornalista.
Come nasce l'amore per la scrittura? In
particolare come ti sei avvicinata al giornalismo?
La passione per la scrittura è sempre stata
presente nella mia vita, ma non pensavo che potesse diventare un lavoro. Da
bambina amavo inventare e raccontare storie fantasiose, ambientate in luoghi
incantati. Una volta cresciuta, ho iniziato a buttare ogni mia folle idea su
carta, fino a farle prendere forma e così mi ritrovai a scrivere racconti brevi
che potevano riguardare argomenti diversi, a volte anche antitetici tra loro.
Tuttò ciò rimase, però, un mio piccolo hobby da coltivare nel tempo libero, in
casa. Durante gli ultimi anni di liceo ho avuto modo, grazie alla mia professoressa
di Italiano e Storia, di concretizzare alcuni miei progetti riguardanti temi
sociali, eventi sull'olocausto e articoli inerenti per il blog dell’istituto.
Queste esperienze mi avevano lasciato la voglia di raccontare il mondo che
vedevo e come lo vedevo. Nasce così la mia aspirazione a diventare una
giornalista.
Ci racconti la tua prima esperienza presso
una testata giornalistica?
Inizialmente ho collaborato con diversi
blog e la prima esperienza in una testata giornalistica è arrivata qualche mese
dopo. Il giornale in questione è "Shalom", un mensile cartaceo,
rintracciabile anche online, a cui facevo la corte da mesi. Quando avevo perso
le speranze, mi hanno chiamato per avvisarmi che avevano ricevuto il mio
curriculum e che sarebbero stati felicissimi di ospitarmi nella prossima
riunione di redazione. Inutile dirvi la mia contentezza! Ho partecipato con
entusiasmo, ho esposto le mie idee e a fine riunione mi sono stati affidati due
articoli. Finalmente ero nella squadra!
Hai collaborato sia presso testate cartacee
che presso testate on-line. Cosa pensi dell'editoria digitale?
Premetto: sono una "romanticona"
e, tra un "e-book" ed un libro, sceglierei sempre una bella copertina
da sfogliare e annusare. Bisogna, però, essere realisti. L'editoria digitale ha
dato una grande svolta nel mondo dell'informazione e se, al giorno d'oggi,
riusciamo ad essere informati in tempo reale è prettamente grazie alle nuove
tecnologie. I cosiddetti "New Media".
Il giornalismo è un mondi pieno di insidie,
in cui emergere risulta sempre piú difficile. La cosiddetta gavetta spesso non
conduce gli aspiranti giornalisti a svolgere una professione ben retribuita.
Anzi, per anni in alcuni casi si lavora gratis anche dopo l'apprendistato. Cosa
non funziona, secondo te? Cosa dovrebbe cambiare?
Fortunatamente sono stata sempre retribuita
e i miei pezzi hanno sempre portato il mio nome, ma devo ritenermi fortunata
proprio perché alcune persone, pur di vedere i loro pezzi pubblicati,
rinunciano a far figurare il loro nome e a sostituirlo con qualche altro
giornalista, magari più conosciuto, che ne prenda ogni merito. Purtroppo nel
mondo del giornalismo continua a funzionare così. Ciò che andrebbe fatto
sicuramente è: eliminare l'ordine dei giornalisti, presente solamente in
Italia. Possibile che non ho la facoltà di definirmi giornalista mentre, se
vado all'estero, posso farlo tranquillamente? Un altro cambiamento che
apporterei è l'introduzione di una legge per l'equo compenso. La legge dovrebbe
stabilire una cifra base sotto la quale un giornalista non può essere
retribuito, per tagliare alla radice gli sfruttamenti.
Quali consigli daresti a un aspirante
giornalista, tu che, con talento e grinta, ti stai mettendo in luce in un campo
così difficile? Quali sono le maggiori difficoltà e qual è l'arma vincente per
superarle?
Io, in realtà, mi sento proprio l'ultima
persona per poter dare consigli ad aspiranti giornalisti perché io stessa ne
faccio parte. In questo mestiere non si finisce mai di imparare e il più grande
sbaglio che si possa fare nella vita, e in questo mestiere, è quello di
sentirsi talmente affermati da dare consigli a chi muove i primi passi. L'unico
consiglio che potrei sentirmi di dare è quello di sgomitolare a più non posso!
Fatevi conoscere, pubblicizzatevi, attraverso ogni canale possibile,
soprattutto nel web e anche nei Social Network, affinché i vostri articoli non
smettano mai di circolare ed essere letti.
Quali sono i tuoi punti di riferimento nel
giornalismo? Quali le firme che stimi di più?
Sinceramente non ho particolari riferimenti
nel mondo del giornalismo, ma nel mondo della scrittura ammiro autori del
calibro di Jane Austen ed Emily Brontë. Amo la letteratura straniera dell'800.
Parlaci dei tuoi progetti futuri. Hai
pensato, ad esempio, di scrivere anche un libro?
Sì, ci ho pensato per molto tempo, ma
inizialmente non me la sentivo ancora di buttarmi, come se l'idea di
"mettermi nuovamente in gioco" potesse spaventarmi. Alla fine ho
preso coraggio e ho buttato giù qualche bozza che, giorno dopo giorno, continuo
a sviluppare. Al momento ho in cantiere un romanzo e una raccolta di racconti
brevi. Spero di trovare una casa editrice disposta a pubblicarli, sarebbe la
realizzazione di un mio grande sogno. Che altro dire? Rimanete aggiornati e
vedremo come finirà!
Carmelo Cutolo
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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