lunedì 24 giugno 2013

Un anno con Saguaro

Con Saguaro, comparso nel giugno del 2012, Bonelli ritorna, dopo miniserie di successo come Greystorm, Volto nascosto e Cassidy, alla regolare serie mensile. Una scelta coraggiosa, in un mercato editoriale in crisi, premiata da un largo successo di pubblico.


La trama di Saguaro si impone subito per il suo fascino: Thorn Kitcheyan, un nativo navajo, ritorna in Arizona dalla guerra in Vietnam. A Window Rock, capitale navajo, tutto sembra immutato: nella riserva indiana i nativi continuano a subire soprusi da parte dei grandi proprietari terrieri e i rapporti tra bianchi e nativi danno spazio ad ampi sviluppi narrativi. Thorn, che viene soprannominato Saguaro, come il cactus pieno di spine, per il suo carattere spinoso e duro, viene arruolato dall’FBI in un’unità speciale di federali nativi che possono operare più agevolmente all’interno della riserva.

La storia è egregiamente sviluppata da Bruno Enna, prolifico sceneggiatore che si è distinto in numerosi lavori, in particolare per la Walt Disney e per la Bonelli, per la quale ha realizzato vari episodi di Dylan Dog.
Se Tex, trasposizione fumettistica del genere cinematografico western, è un’icona della tradizione, Saguaro è un eroe nuovo, che rinnova profondamente il genere western: guerriero della tradizione navajo, ma eroe moderno (ricorda, tra l’altro, Reno Raines, protagonista della fortunata serie televisiva americana Renagade, andata in onda negli anni 90’).

Ampio spazio si ritagliano anche altri personaggi, ben sviluppati e caratterizzati: Kai, la bella ed energica collega di Thorn; il saggio sciamano Howi; Miguel, il simpatico e affettuoso ragazzino intorno al quale sono sviluppati numerosi ed avvincenti episodi, a formare quasi una miniserie, e tanti altri personaggi. Non poteva certamente mancare il cattivo: Cobra Ray, ex tenente dell’esercito americano in Vietnam, che dà filo da torcere a Thorn.   

Le numerose qualità dei primi albi si sono confermate di volta in volta: una scenografia ben rappresentata e ricostruita e una sceneggiatura ben orchestrata dalla penna di Bruno Enna. Gli episodi si sviluppano in avventure dense di suspense, creando una miniserie nella serie, scongiurando qualsiasi rischio della “serialità” tipica anche di fumetti tanto amati da intere generazioni. Gli albi di Saguaro si susseguono come in un telefilm, creando spesso attesa e riflessione nel lettore.    

Come nella prassi di casa Bonelli, gli albi sono disegnati con la partecipazione corale di una scuderia di grandi disegnatori. Ciascun artista, pur inserendosi nella migliore tradizione del fumetto italiano, ha i suoi tratti originali. Inconfondibili, ad esempio, sono le tavole di Luigi Siniscalchi, per il momento il più prolifico disegnatore della serie (disegnatore dei n. 2, 7, 12). La serie è inoltre impreziosita dalle magistrali copertine disegnate con tratto impeccabile e preciso da Davide Furnò, altro grande maestro della squadra Bonelli.    

Storie dense di avventura e di azione, piacevoli e avvincenti sceneggiature, disegni magistrali di altissima scuola. Non resta che augurarvi buona lettura.



Carmelo Cutolo


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