In una società che vuole tutto e subito, dove esitare significa escludersi, che valore può ancora avere l’attesa? In che modo giudicare il dubbio? Quanto senso tributare all’incertezza? Ed è proprio di attese che si nutre e racconta il testo di Francesco M. Passaro nella cronistoria di un doppio processo. Il primo giuridico, l’altro mentale. Entrambi inesorabilmente legati alla paralisi emotiva, all’ipnotica sfiducia che blocca spirito e reazioni.
Ecco allora un giovane avvocato penalista alla ricerca di risposte esistenziali, di legame risolutivo, un imputato smarrito sbrigativamente accusato di omicidio, un pubblico ministero ansioso di ratificare il verdetto d’accusa, e una Napoli lacerata tra il glorioso passato e un futuro precario, indigente… Anime dunque sospese nel limbo dell’attesa che indugiano e riflettono, rinviano e sperano, procrastinano decisioni o si affidano al destino sino all’esasperazione, al punto di rottura.
Ecco allora un giovane avvocato penalista alla ricerca di risposte esistenziali, di legame risolutivo, un imputato smarrito sbrigativamente accusato di omicidio, un pubblico ministero ansioso di ratificare il verdetto d’accusa, e una Napoli lacerata tra il glorioso passato e un futuro precario, indigente… Anime dunque sospese nel limbo dell’attesa che indugiano e riflettono, rinviano e sperano, procrastinano decisioni o si affidano al destino sino all’esasperazione, al punto di rottura.
L’attesa si veste dunque di coscienza, l’ignavia di disperazione
e l’arresa di coraggio. L’inerte prende vita, riaffronta l’esistenza, squarcia il velo delle consuetudini, si ribella. E ATTESA DI GIUDIZIO trascende i confini del romanzo noir a sfondo giuridico per accompagnare il lettore tra paure e remore della psiche umana. Analizza, racconta e muove un appello consapevole che le più brillanti soluzioni possono spesso
nascere da lunghe attese, infinite cogitazioni.
quarta di copertina –
L’attesa è uno stato di falsa quiete e apparente passività. Chi aspetta in realtà freme, si
cruccia, esita o impazzisce per ciò che non c’è. E in amara attesa di senso fluttua Vincenzo Zaccaria, giovane avvocato napoletano alle prese con il primo caso importante, schiacciato da insormontabile inquietudine alimentata da fragilità e
rinnovate crisi d’abbandono che minano animo e serenità. Attende pure Lorenzo, ingenuo infermiere accusato di omicidio, il
giudizio su un processo con sentenza già scritta.
Sospensioni cariche di apprensione e aspettative che avviliscono speranze,
rendono impotenti di fronte all’arroganza di chi giudica e punisce. Immobile appare anche la vecchia Napoli, scenario stanco e arreso all’insolubilità delle proprie contraddizioni. Ecco
che in ATTESA DI GIUDIZIO Francesco M. Passaro racconta con delicatezza e precisione il particolare senso di
smarrimento che la vita obbliga ad affrontare, delle accuse, dei
meccanismi di difesa, che il lungo processo dell’esistenza ha in serbo
per
tutti. Colpevoli o innocenti.
Carmelo Cutolo
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