Ai lettori moderni potrebbero facilmente risultare noiosi e
convenzionali i temi della poesia d’amore. È perciò grande merito di Angela
Mori se, nella prima silloge poetica Semplicemente Angelika (La Lettera
Scarlatta, 2013), la sua poesia si
rivela un originale scrigno in cui sono custoditi i tesori di una liricità
insieme antica e moderna. Il profondo senso della corporeità è l’incontrastato
protagonista di tanti componimenti della poetessa sicula; la fantasia
costituisce l’atemporale dimensione in cui i versi restano sospesi, come in un
sogno. La rielaborazione dei temi tradizionali dell’amore sottrae la poesia di
Mori alla convenzionalità.
Ciò che incanta è, di fatti, proprio la deliziosa atmosfera
elegiaca, come nella lirica Il musicista, dove “un celestiale compositore,
maestro ammaliante, rende omaggio alla felicità e dirige i sogni e bacia
teneramente la chioma”. Le notazioni cromatiche (“i raggi tenui del sole”,
“l’astro ormai pallido”, “il giorno finisce inghiottito dalla sera”) rendono la
luminosità del sogno erotico cantato, dove lusus, desiderio irrefrenabile e
magia si fondono. Il lettore passeggia, così, quasi in una favola, alla ricerca
e alla contemplazione della bellezza, mentre la musica accompagna il canto e
l’erotica danza degli amanti.
Intensa e raffinata è la musicalità dei versi, liberi ma dal
soave ritmo. La continua ricerca di un linguaggio raffinato si concretizza in
espressioni immediate e chiare, lontane dalla retorica e da un’astrusa e
articolatissima sintassi. La lingua, seppur priva di orpelli retorici, segue i
segreti meandri del desiderio e si arricchisce di preziose e dense immagini che
lasciano campo alla fantasia.
Quello rappresentato da Mori è un mondo delicato e lieve,
quasi di ovidiana memoria, in cui la passione diviene Capriccio d’estate:
“Chiudete la porta, / Lasciate dentro il fragore / […] Il rammarico non darà
pace, / Froderò l’innamorato prossimo, / […] Le compagne e le sorelle, / La
madre e i vicini, / Per avere in notte d’estate, / Trasgredito con desiderio, /
Alle ferree norme / Dell’onesto vivere”.
Ambientata su un’isola che annovera tra i suoi poeti Jacopo
da Lentini, il “Notaro” rimatore dell’amore cortese, e Salvatore Quasimodo,
poeta della terra di Sicilia, di un incontaminato universo al quale ritorna
attraverso la memoria, la poesia di Angela Mori acquista talvolta toni
malinconici e nostalgici, presentando un intenso viaggio nel tempo. In Perla
del mare, un inno alla storia e alla bellezza di Catania, città natale della
poetessa, l’autrice percorre un itinerario nel passato, passando tra le memorie
storiche della città, tra luoghi lontani nel tempo e paesaggi vissuti nel
presente, tra “profumi di zagare in fiore e gioielli dorati come limoni”. Per
Angela Mori, poetessa dell’amore, Catania non può che essere una donna dai
“bruni capelli e dalle labbra carnose”, “donna orgogliosa e fiera”, “voce di
vespro”.
Passando dalla poesia alla narrativa, amore, passione e
memoria pervadono anche l’ultimo lavoro di Angela Mori, La luna bugiarda e
altri racconti (La Lettera Scarlatta, 2013). L’atmosfera evanescente del sogno
è lo sfondo nel quale si muovono i personaggi de La luna bugiarda, racconto di
ampio respiro, ambientato in terra sicula sul finire del XIX secolo. Pur
essendo la prima prova narrativa, La luna bugiarda e altri racconti mostra
maturità di scrittura e uno sviluppo della trama ben articolato. Sei brevissimi
ma intensissimi racconti chiudono il libro. Sei autentiche perle di prosa
poetica.
Carmelo Cutolo
Fonte: expartibus.it
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